MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO aNTONIO dE NINO - CORFINIO

Antonio De Nino

 

Riconosciuto tra i padri dell’archeologia e degli studi storici in Abruzzo, Antonio De Nino nacque a Pratola Peligna (AQ) nel 1833. Si diplomò, autodidatta, maestro elementare e svolse l’attività di insegnante a Rieti, nelle Marche e in Umbria.

 

Tornato nelle terre natìe con l’incarico di direttore della Scuola Tecnica di Sulmona, poté finalmente riprendere i suoi studi storico-archeologici della Valle Peligna.

 

A partire dal 1877 iniziò una serie di attività di ricerca a Corfinio, che proseguì per altri trent’anni. Tutta la sua attività fu  sistematicamente documentata nella prestigiosa rivista annuale “Notizie degli Scavi di Antichità dell’Accademia dei Lincei”.

 

De Nino nel corso delle sue ricerche individuò alcune necropoli antiche e alcune zone urbane con i relativi edifici sacri e di uso civile, dove effettuò campagne di scavi e sondaggi esplorativi.

 

Inoltre fu un instancabile ricercatore di tutti gli oggetti recuperati dai contadini e dalla popolazione comune dai quali li riacquistava, spesso con fondi propri (risale infatti solo al 1939 il decreto che sancì la proprietà statale di ogni ritrovamento di antichità in Italia).

 

La ricca collezione di De Nino (che nel corso degli anni crebbe fino a circa 6000 pezzi) fu esposta per la prima volta già nel 1878 nei locali dell’Oratorio di Sant’Alessandro, adiacente alla Basilica di San Pelino.

 

L’opera instancabile di De Nino e il suo prestigio sono testimoniati dalle numerose corrispondenze epistolari con altri grandi uomini di cultura suoi contemporanei, con i quali strinse una profonda amicizia. Si ricordano tra gli altri D’Annunzio, Michetti, Tommaseo, Manzoni, e poi Mommsen, Bompois, Millingen, Schultz, Keine.

 

Morì a Sulmona nel 1907, all’età di 74 anni, impegnandosi fino all’ultimo nei suoi instancabili studi.

Corfinio

 

Corfinio sorge all’interno della Valle Peligna, conca che nel Pleistocene era occupata da un lago. I primi segni di presenza umana risalgono al Paleolitico, quando l’uomo viveva prevalentemente di caccia e raccolta. A partire dall’età del Ferro la presenza umana divenne stanziale (X sec. a.C.) e alcuni utensili in pietra e in ferro esposti in questo museo ne sono testimonianza.

 

Nacque all’interno di questa Valle il popolo dei Peligni, per i quali Corfinium era la città più importante. Fiorente fin dall’epoca pre-romana e alleata con Roma fino al I sec. a.C., Corfinium ebbe il suo massimo splendore con la Guerra Sociale (91-88 a.C.) quando venne  scelta come capitale della Lega Italica, l’alleanza tra tutti i popoli italici già Socii dei romani (Peligni, Marsi, Vestini, Marrucini, Piceni, Frentani, Sanniti, Apuli, Lucani) che rivendicavano da Roma il riconoscimento dei diritti di cittadinanza.

Fu proprio nella metropoli (letteralmente, città-madre) dei Peligni che per la prima volta venne pronunciato il nome ITALIA a identificare la nazione Italia nel suo insieme, e qui fu coniata la prima moneta in argento recante questa iscrizione. Dopo le vicende della guerra sociale, Corfinium tornò a far parte dei municipii romani.

 

Nel 49 a.C., avendo dato rifugio a Domizio Enobarbo, Corfinium fu cinta d’assedio e conquistata da Caio Giulio Cesare, durante la guerra civile contro Pompeo. Forte della sua posizione strategica per il controllo del territorio ed in particolare della via Claudio Valeria, Corfinium fu particolarmente cara all’imperatore Claudio, sotto l’impero del quale divenne un fiorente municipium. Con la crisi dell’impero romano anche Corfinium iniziò il proprio declino, in seguito anche a fenomeni naturali come i terremoti (siamo in una zona storicamente ad alto rischio sismico), fino a ridursi ad un cumulo di rovine nell’alto medioevo.

Nel VII sec. d.C. entrò a far parte del Ducato di Spoleto, come gastaldato longobardo.

Perse il suo glorioso nome romano in epoca medioevale, quando nel XI sec. d.C. il vescovo Trasmondo edificò e fortificò il borgo medioevale sorto sulle rovine dell’antica città chiamandolo Pentima. Nel XII sec d.C. venne eretta sulle basi di una precedente costruzione la Cattedrale di San Pelino - Basilica di Valva, situata a circa 1 km dal borgo medioevale.

 

Nel corso dei secoli successivi, Pentima fu sotto il dominio svevo, poi angioino e in seguito aragonese. Citata in documenti di fine ‘700, durante l’invasione francese, inizia a spopolarsi nel secolo successivo con il fenomeno diffuso dell’emigrazione.

 

A partire dal 1929, con un Regio Decreto, venne restituito al paese il nome di Corfinio, a ricordo del glorioso passato di epoca romana.

 

All’interno dell’antico borgo medievale di Corfinio, ospitato in un palazzo signorile della famiglia Trippitelli risalente al XVII sec. e restaurato allo scopo, sorge il Museo Civico Archeologico “Antonio De Nino” di Corfinio.

 

Il Museo, inaugurato nel 2005, raccoglie una ricca collezione di reperti frutto delle numerose campagne di scavi del XIX e XX secolo.

 

Il museo è dedicato alla memoria di Antonio De Nino, noto studioso dell’archeologia, della storia e dei costumi abruzzesi.

 

Parte dei reperti esposti provengono proprio dall’opera di De Nino, che effettuò scavi a Corfinio negli ultimi decenni del XIX secolo e nel 1878 istituì qui il primo museo archeologico, ospitato nei locali dell’oratorio di Sant’Alessandro.

 

La successiva attività di don Nicola Colella, canonico di San Pelino e appassionato studioso, proseguì l’opera iniziata da De Nino.

 

Nel corso dell’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale, il Museo fu saccheggiato. L’esposizione fu ricostituita nei locali dell’Episcopio adiacente alla cattedrale ma, in seguito ad altri furti avvenuti negli anni ’60-’70, la Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo decise di chiudere il Museo e spostare la collezione a Chieti.

 

Grazie all’apertura del nuovo Museo Civico Archeologico nel 2005, la collezione è tornata a Corfinio, ad impreziosire l’esposizione dei reperti rinvenuti nelle ultime campagne di scavo condotte negli anni ’80 e ’90 e coordinate dalla Soprintendenza insieme all’Università La Sapienza di Roma.

Il Museo

Comune di Corfinio, Piazza Corfinio 2,

67030 Telefono 0864-728100

Partita IVA: 00224040667